Call for papers / Federico Oliveri

Cortei, sit-in, presidi permanenti, assemblee popolari, interrogazioni regionali e parlamentari, petizioni popolari, esposti e ricorsi al Tar. Cresce la protesta di cittadini e associazioni ambientaliste contro l’installazione in alcune riserve naturali di Puglia, Sardegna e Sicilia dei famigerati radar anti- migranti EL/M-2226 ACSR prodotti dall’azienda israeliana Elta System. I potenti sensori sono stati acquistati dalla Guardia di Finanza grazie alle risorse del Fondo europeo per le frontiere esterne, programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, e costituiranno l’ossatura della nuova Rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera che sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni della forza armata per individuare e respingere le imbarcazioni di migranti di piccole dimensioni. Un affare di varie decine di milioni di euro per il complesso militare industriale israeliano e per la società romana Almaviva (già Finsiel), scelta d’imperio dal Comando della Gdf per approntare i siti e posare i tralicci radar. [...]

Oggi, di Quirra e dei tumori della gente che ci abita, ne parlano tutti. Il caso del poligono interforze che imbriglia ed inquina una grande fetta di Sardegna, e uno spazio sterminato di mare, è diventato finalmente una notizia da prima pagina. Almeno tre fattori determinanti hanno consentito che la consapevolezza del problema militare assumesse una portata collettiva, fino a suscitare un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica. Il primo è costituito dalla nuova lotta antimilitarista in Sardegna, capace di riaprire un dibattito pubblico sulla presenza bellica nell’isola, di ricostruire un movimento e di attivare una circolazione delle informazioni dal basso come forse mai accaduto prima. Il secondo fattore è il coraggio di un medico, Antonio Pili, dal 1997 al 2002 sindaco di Villaputzu paese confinante con la base. Terzo tassello decisivo è la testimonianza dei familiari delle vittime del poligono, baluardo contro le mistificazioni e la rassegnazione. [...]

Dal 1973 è una delle stazioni aeronavali chiave per gli interventi militari USA in Europa orientale, Africa, Medio Oriente e sud-est asiatico ed una delle infrastrutture estere che ha assorbito i maggiori investimenti da parte del Pentagono (poco meno di un miliardo di dollari negli ultimi 15 anni). Si tratta di Sigonella, la grande base dell’US Navy che sorge nella piana di Catania, oggi trampolino di lancio degli attacchi della coalizione internazionale a guida NATO contro le forze armate libiche fedeli a Gheddafi. Congiuntamente ad un’altra base siciliana (Trapani-Birgi), Sigonella sta funzionando da vero e proprio hub per la movimentazione di uomini, mezzi e sistemi d’arma destinati allo scacchiere di guerra libico. Operano in particolare dalla stazione aeronavale gli aerei senza pilota UAV MQ-1 Predator che il Pentagono sta utilizzando per bombardare caserme, aeroporti, postazioni radar e centri di telecomunicazione. Secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS) di Londra, nella base siciliana sono stati schierati due squadroni dell’US Air Force con velivoli Predator. Realizzati dalla General Atomics Aeronautical Systems Inc., i velivoli misurano 8,22 metri di lunghezza, raggiungono medie altitudini (sino a 9.000 metri sul livello del mare) e hanno un’autonomia di volo di 40 ore. I sensori ottici e i sistemi di video- sorveglianza possono individuare e fotografare qualsiasi target anche in condizioni di intensa nuvolosità. Ma più che aerei spia, i Predator sono un’arma letale in grado d’intercettare ed eliminare gli obiettivi con estrema precisione grazie ai missili aria-terra a guida laser AGM-114 Helfire di cui sono armati. [...]

Il volume pubblicato nella collana Materiali di pace curata dall’Archivio Disarmo, Istituto di Ricerche Internazionali fondato nel 1982 e riconosciuto dall’ONU e dal Ministero degli Affari Esteri, contiene un agile ma rigoroso approfondimento della questione nucleare. L’approfondimento si snoda attraverso tre capitoli: Il dilemma nucleare (di Maurizio Simoncelli, che è anche curatore del volume); Il pericolo nucleare (di Rosa Massimo); L’arma nucleare del Medio Oriente (di Francesca Dottarelli). [...]

Innanzitutto è opportuno cominciare dalle definizioni: mediazione e conciliazione sono la stessa cosa, o significano cose differenti? In effetti la sostanza non cambia. In entrambi i casi, si tratta di un tentativo di trovare una composizione amichevole di una controversia con l'assistenza di un terzo neutrale ed imparziale: il mediatore o conciliatore. Ma finora il legislatore italiano si era sempre pronunciato in termini di conciliazione, sia nelle fattispecie giudiziali (giudici togati e di pace, in sede contenziosa e non), che in quelle stragiudiziali (conciliazione agraria, del lavoro, presso le Camere di Commercio, i Comitati Regionali per le Comunicazioni, ecc.). [...]

Due fatti di politica estera sono arrivati alle prime pagine dei nostri giornali in questo inizio di anno, ed entrambi riguardano il Medio Oriente. Il primo riguarda la diffusione da parte di Al Jazeera dei cosiddetti Palestinian Papers, contenenti oltre 1600 registrazioni di incontri fra negoziatori israeliani e palestinesi, con il coinvolgimento dei mediatori USA. Il secondo riguarda la sollevazione di massa contro governi autoritari e corrotti che, iniziata in Tunisia, è arrivata in Egitto, per propagarsi poi all’Algeria, alla Libia, al Bahrein, allo Yemen. [...]

La nostra cultura dei rifiuti è un indice dello scarso impiego sociale della chimica, e dimostra come discipline diversissime, quali l’architettura, l’urbanistica e l’economia, procedano per strade poco interessate alla salvaguardia del bene ambientale. Dobbiamo partire da conoscenze generali, organizzarle in discorso teorico e poi nella prassi conseguente. Nella nostra civiltà neppure dovremmo pensare ai rifiuti. Proprio la chimica, con i suoi limiti, dovrebbe ricordarci le leggi di conservazione di materia ed energia: “nulla si crea e nulla si distrugge, ogni corpo si può solo trasformare”. La produzione di un bene per finalità di commercio e consumo, con annessi imballaggi che consumano risorse naturali e creano pesanti rifiuti da smaltire, è un problema industriale che andrebbe considerato e affrontato all’origine. [...]

Nella Striscia di Gaza abitano quasi un milione e mezzo di persone concentrate in un’area lunga 40 chilometri e larga 10, con una densità media di 4.118 abitanti per chilometro quadro (UNRWA, 2007). Dal 2007, quando il movimento di Hamas ne ha preso definitivamente il controllo dopo aver vinto regolarmente le elezioni nel 2006, la Striscia è oggetto di un duro blocco da parte di Israele, che tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 ha anche sottoposto la città ad un attacco militare - l’Operazione Piombo Fuso - dalle pesantissime conseguenze (ICRC, 2009). Ripetuti tentativi di forzare il blocco di Gaza per via di terra e di mare hanno incontrato la ferma opposizione delle autorità israeliane, quando non il fuoco delle vedette che pattugliano lo specchio di mare davanti la Striscia, com’è avvenuto il 31 maggio 2010 ai danni della Freedom Flotilla. Da allora la situazione è stazionaria e, nonostante l'allentamento del blocco di terra, resta estremamente preoccupante. [...]

Sull'onda dello straordinario successo della raccolta firme per il referendum sull'acqua pubblica, un nutrito cartello di associazioni, partiti e soggetti sociali, ha lanciato una nuova sfida con una proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. In pochi mesi sono state raccolte centomila firme, di cui oltre ottantamila autenticate sono state depositate lo scorso 21 dicembre alla Camera dei Deputati, cui spetta ora inserire la discussione della proposta all’ordine del giorno dei propri lavori. [...]

Non so se si possa racchiudere in una sola immagine il senso profondo della vita irripetibile di un uomo quale Samuel Ruiz. Se è possibile, per Don Sam c’è riuscito un giornalista acuto e preciso fino all’esasperazione come Carlos Fazio (1994), l’autore di un libro che qualcuno dovrà pure pubblicare un giorno in Italia: Samuel Ruiz, el caminante. Il camminatore. Quale immagine più fedele e più ricca della lunga e densa vita di questo tessitore di processi comunitari? [...]

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