Call for papers / Federico Oliveri

L’ispezione ONU sugli attacchi chimici in Siria (Pascolini 2013) ha portato a una rapida successione di eventi estremamente importanti per la situazione locale, ma anche a livello internazionale.
Dopo il ritorno degli ispettori, il 31 agosto 2013, il materiale raccolto nel sobborgo di Ghouta a Damasco è stato distribuito a quattro differenti laboratori per verifiche incrociate e il 13 settembre è stato reso noto il risultato delle analisi (UN General Assembly Security Council 2013). Il giorno prima la Repubblica Araba Siriana (RAS) aveva comunicato al Segretario generale dell’ONU (UN News Centre 2013a) di voler ottemperare in via provvisoria agli impegni previsti dalla Convenzione per la proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinamento e uso di armi chimiche e per la loro distruzione (CWC). Il 14 settembre la RAS ha poi effettivamente depositato il suo documento di accessione alla CWC (UN Depository Notification 2013). Lo stesso giorno la Federazione Russa e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per l’eliminazione delle armi chimiche siriane (U.S. Department of State 2013). Il 19 settembre la RAS ha presentato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) informazioni sulle proprie armi chimiche; il 27 il Comitato esecutivo dell’OPCW ha approvato un piano operativo di disarmo chimico (OPCW Executive Council 2013), sulla base della proposta russo-americana e, qualche ora dopo, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha espresso la Risoluzione 2118 che rende tale piano vincolante. Tra il 23 e il 30 settembre si è svolta la seconda missione degli ispettori ONU in Siria (UN News Centre 2013b); il 1. ottobre, infine, è iniziata la missione OPCW in Siria per la verifica e lo smantellamento delle armi chimiche della RAS (Borger 2013). [...] 

La commissione dell’ONU istituita il 21 marzo 2013 per investigare sulle denuncie d’impiego di armi chimiche in Siria (Pascolini, 2013a) ha presentato il 12 dicembre 2013 il suo rapporto conclusivo (UN, 2013b), che riconferma l’uso di agenti chimici nella zona di Ghouta, come anticipato nel suo rapporto preliminare (UN, 2013a), e attesta l’impiego di gas nervino in 5 ulteriori eventi (fra i 16 segnalati), aprendo nuove inquietanti prospettive sulla gravità e crudeltà del conflitto in Siria e sullo stesso ruolo militare delle armi chimiche. [...]

Due recenti inchieste giornalistiche, che hanno come denominatore comune il latte, ci offrono un ampio e inquietante spaccato del nostro paese e m’inducono a rispolverare una riflessione di una dozzina di anni fa quando gli animali ci ricordavano altri nostri gravi errori attraverso la BSE, ossia il cosiddetto morbo della “mucca pazza”. La prima inchiesta, intitolata “Una vera bufala” e trasmessa da Servizio Pubblico, riguarda la filiera del latte di bufala e dei relativi prodotti caseari, e i suoi intrecci con frodi alimentari legate all’uso di latte congelato e cagliate, gravi problemi di inquinamento ambientale, sanità pubblica e cronici fenomeni camorristici. La seconda inchiesta, realizzata dal Fatto Quotidiano, riguarda la distribuzione di latte vaccino inquinato da pericolose a aflatossine, tossine cancerogene prodotte da funghi del genere Aspergillus, collegate a problemi di quote latte, equilibri europei e coltivazioni intensive di mais. [...]

Negli ultimi tempi è emersa come questione cruciale per il futuro dell’umanità quella dei “beni comuni”: aria, acqua, clima, conoscenza, cultura e beni culturali, orbite satellitari, bande dell’etere, risorse minerarie dei fondi marini, biodiversità, ecc. La produzione e ri-produzione di questi beni, essenziali per l’ordine sociale, pone in questione l’intero assetto istituzionale e informale delle società: i “beni comuni” ripropongono interrogativi sui limiti della mercificazione e del primato del mercato, evocano la questione del “legame sociale” e dell’erosione delle basi morali della società, incorporano il potenziale dello “sviluppo umano” (Mattei, 2011). [...]

Negoziazione è un sostantivo neutro di origine latina, negotium, che sta a indicare un lavoro, un’attività, un’occupazione, il condurre a termine un’impresa, ma anche un affare, una trattativa, un negoziato. Il termine ha fin dalla sua genesi un ampio spettro di applicazione, dalla vita quotidiana al campo commerciale, dal diritto alla diplomazia. In questo ultimo caso la parola negoziazione è particolarmente usata per indicare l’insieme di trattative che portano a un accordo tra Stati o soggetti che agiscono sulla scena internazionale, consistente nella formulazione e discussione di proposte e controproposte volte a soddisfare le esigenze di ciascuna parte. Se le trattative riescono, la negoziazione si conclude con l’approvazione di un progetto d’accordo destinato poi a perfezionarsi. Da queste accezioni tradizionali il significato si è spostato, nel corso del tempo, sul senso dell’interazione comunicativa di scambio ed è via via sempre più inteso in senso lato, come processo consistente nel conferire con uno o più soggetti al fine di raggiungere un accordo. In particolare, la negoziazione viene intesa come un processo di scambio che ha come prodotto un reciproco beneficio. Non una rinuncia sostenibile, come nel caso del compromesso, ma l’acquisizione di un valore aggiunto che ha la qualità di poter essere pensato come migliorativo, rispetto alle posizioni iniziali, da parte di tutti i protagonisti dello scambio negoziale. In altri termini una trasformazione delle idee e degli interessi di partenza in un esito finale che può rappresentarne una sintesi, un’integrazione, una rielaborazione, un perfezionamento, un approfondimento e comunque una soluzione differente, e più soddisfacente, per tutte le parti in causa. [...]

Il tema principale di questo saggio è precisare il profilo educativo e sociale del Mediatore scolastico, attraverso una serie di riflessioni risultato di un ampio confronto sociologico e antropologico sul tema della mediazione (con particolare riferimento al ‘Modello circolare’ di Sara Cobb e al ‘Modello trasformativo’ di Bush e Folger) orientata al mutamento sociale. Individua in particolare i cardini di una pedagogia delle disuguaglianze nelle società multiculturali, rielaborando due concetti: quello di potere (da Weber a Foucault) e quello di dialogo interculturale (richiamandosi a diàlogos di Platone e a dialogicitade di Paulo Freire). Presenta, infine, un metodo educativo orientato ai valori con cui il Mediatore scolastico possa avviare nel quotidiano una ‘cultura del dialogo’ fra gli alunni e le loro famiglie, culturalmente differenziati, nonché con l’insegnante e col mondo esterno alla scuola. [...]

È quasi sempre una cattiva notizia quando gli eserciti sono al potere. In Egitto, l'esercito è stato la forza decisiva dal 1952. La recente destituzione da parte dell'esercito egiziano del presidente Mohamed Morsi non fu un colpo di stato. Non si può commettere un colpo di stato contro se stessi. Quello che è successo è che l'esercito ha cambiato il modo in cui governava l'Egitto. Per un breve periodo, l'esercito aveva permesso alla Fratellanza Musulmana di prendere alcune decisioni statali limitate. Quando iniziarono a sentire che le azioni del governo Morsi avrebbero portato ad un aumento significativo del potere dei Fratelli Musulmani a spese dell'esercito egiziano, il generale Abdel Fattah el-Sisi decise che era abbastanza e agì spietatamente per aumentare il giorno- oggi il potere dell'esercito. [...]

La sospensione dell'Assemblea costituente nazionale tunisina, il 7 agosto, ha nuovamente stimolato i confronti tra Tunisia ed Egitto da parte degli analisti politici e dei media, chiedendo se la Tunisia tornerà alle violenze che abbiamo recentemente visto in Egitto.
È vero che esistono somiglianze tra Egitto e Tunisia. Entrambi i paesi stanno vivendo disordini politici. I partiti politici dominanti che hanno vinto le elezioni nei due paesi hanno poca esperienza nel governare. Ed entrambi i paesi stanno lottando per bilanciare l'influenza dell'Islam all'interno dei loro sistemi democratici nascenti. [...]

È ormai assodato che nella guerra civile in Siria siano stati impiegati anche agenti chimici: oltre alle accuse reciproche delle parti in conflitto, sono stati resi noti rapporti dei governi inglese1, francese2 e statunitense3 che riferiscono di interventi del governo siriano, e un rapporto russo su azioni da parte di gruppi anti-regime è stato presentato all’ONU (ma non reso pubblico), mentre l’organizzazione non governativa Medici senza frontiere ha individuato in feriti trattati nei suoi ospedali sintomi consistenti con gli effetti di gas nervini. Altre organizzazioni non governative e organi di stampa hanno riportato eventi compatibili con attacchi chimici. Una parola definitiva dovrebbe venire dagli esami attualmente in corso sui materiali raccolti da una specifica missione dell’ONU, che ha operato in Siria fra il 19 e il 31 agosto scorsi. [...]

Un sabato di luglio di dodici anni fa con alcuni amici partimmo di buon’ora per andare al Social Forum di Genova. Caricammo sull’auto le nostre biciclette e poco prima di entrare in città iniziammo ad avvicinarci alla manifestazione pedalando e guardandoci attorno. Quel giorno è rimasto nella mia memoria, come in quelle di tanti altri, come una delle esperienze più forti che abbia vissuto. [...]

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