Call for papers / Federico Oliveri

Negoziazione è un sostantivo neutro di origine latina, negotium, che sta a indicare un lavoro, un’attività, un’occupazione, il condurre a termine un’impresa, ma anche un affare, una trattativa, un negoziato. Il termine ha fin dalla sua genesi un ampio spettro di applicazione, dalla vita quotidiana al campo commerciale, dal diritto alla diplomazia. In questo ultimo caso la parola negoziazione è particolarmente usata per indicare l’insieme di trattative che portano a un accordo tra Stati o soggetti che agiscono sulla scena internazionale, consistente nella formulazione e discussione di proposte e controproposte volte a soddisfare le esigenze di ciascuna parte. Se le trattative riescono, la negoziazione si conclude con l’approvazione di un progetto d’accordo destinato poi a perfezionarsi. Da queste accezioni tradizionali il significato si è spostato, nel corso del tempo, sul senso dell’interazione comunicativa di scambio ed è via via sempre più inteso in senso lato, come processo consistente nel conferire con uno o più soggetti al fine di raggiungere un accordo. In particolare, la negoziazione viene intesa come un processo di scambio che ha come prodotto un reciproco beneficio. Non una rinuncia sostenibile, come nel caso del compromesso, ma l’acquisizione di un valore aggiunto che ha la qualità di poter essere pensato come migliorativo, rispetto alle posizioni iniziali, da parte di tutti i protagonisti dello scambio negoziale. In altri termini una trasformazione delle idee e degli interessi di partenza in un esito finale che può rappresentarne una sintesi, un’integrazione, una rielaborazione, un perfezionamento, un approfondimento e comunque una soluzione differente, e più soddisfacente, per tutte le parti in causa. [...]

Il tema principale di questo saggio è precisare il profilo educativo e sociale del Mediatore scolastico, attraverso una serie di riflessioni risultato di un ampio confronto sociologico e antropologico sul tema della mediazione (con particolare riferimento al ‘Modello circolare’ di Sara Cobb e al ‘Modello trasformativo’ di Bush e Folger) orientata al mutamento sociale. Individua in particolare i cardini di una pedagogia delle disuguaglianze nelle società multiculturali, rielaborando due concetti: quello di potere (da Weber a Foucault) e quello di dialogo interculturale (richiamandosi a diàlogos di Platone e a dialogicitade di Paulo Freire). Presenta, infine, un metodo educativo orientato ai valori con cui il Mediatore scolastico possa avviare nel quotidiano una ‘cultura del dialogo’ fra gli alunni e le loro famiglie, culturalmente differenziati, nonché con l’insegnante e col mondo esterno alla scuola. [...]

È quasi sempre una cattiva notizia quando gli eserciti sono al potere. In Egitto, l'esercito è stato la forza decisiva dal 1952. La recente destituzione da parte dell'esercito egiziano del presidente Mohamed Morsi non fu un colpo di stato. Non si può commettere un colpo di stato contro se stessi. Quello che è successo è che l'esercito ha cambiato il modo in cui governava l'Egitto. Per un breve periodo, l'esercito aveva permesso alla Fratellanza Musulmana di prendere alcune decisioni statali limitate. Quando iniziarono a sentire che le azioni del governo Morsi avrebbero portato ad un aumento significativo del potere dei Fratelli Musulmani a spese dell'esercito egiziano, il generale Abdel Fattah el-Sisi decise che era abbastanza e agì spietatamente per aumentare il giorno- oggi il potere dell'esercito. [...]

La sospensione dell'Assemblea costituente nazionale tunisina, il 7 agosto, ha nuovamente stimolato i confronti tra Tunisia ed Egitto da parte degli analisti politici e dei media, chiedendo se la Tunisia tornerà alle violenze che abbiamo recentemente visto in Egitto.
È vero che esistono somiglianze tra Egitto e Tunisia. Entrambi i paesi stanno vivendo disordini politici. I partiti politici dominanti che hanno vinto le elezioni nei due paesi hanno poca esperienza nel governare. Ed entrambi i paesi stanno lottando per bilanciare l'influenza dell'Islam all'interno dei loro sistemi democratici nascenti. [...]

È ormai assodato che nella guerra civile in Siria siano stati impiegati anche agenti chimici: oltre alle accuse reciproche delle parti in conflitto, sono stati resi noti rapporti dei governi inglese1, francese2 e statunitense3 che riferiscono di interventi del governo siriano, e un rapporto russo su azioni da parte di gruppi anti-regime è stato presentato all’ONU (ma non reso pubblico), mentre l’organizzazione non governativa Medici senza frontiere ha individuato in feriti trattati nei suoi ospedali sintomi consistenti con gli effetti di gas nervini. Altre organizzazioni non governative e organi di stampa hanno riportato eventi compatibili con attacchi chimici. Una parola definitiva dovrebbe venire dagli esami attualmente in corso sui materiali raccolti da una specifica missione dell’ONU, che ha operato in Siria fra il 19 e il 31 agosto scorsi. [...]

Un sabato di luglio di dodici anni fa con alcuni amici partimmo di buon’ora per andare al Social Forum di Genova. Caricammo sull’auto le nostre biciclette e poco prima di entrare in città iniziammo ad avvicinarci alla manifestazione pedalando e guardandoci attorno. Quel giorno è rimasto nella mia memoria, come in quelle di tanti altri, come una delle esperienze più forti che abbia vissuto. [...]

Libera, Gruppo Abele, Coripe e Avviso Pubblico, quattro soggetti storicamente impegnati nella lotta all’illegalità e alla corruzione, ma anche sui temi dell’accesso alle cure e alle prestazioni socio-sanitarie, hanno realizzato e pubblicato un dossier intitolato “Illuminiamo la salute. Per non cadere nella ragnatela dell’illegalità”. Il rapporto, definito dagli stessi promotori introduttivo, costituisce il primo passo verso un lavoro complesso di ricerca-azione multitarget che vedrà impegnate queste realtà insieme ad altri partner istituzionali e non. Alla presentazione del dossier lo scorso 27 giugno a Roma hanno partecipato in qualità di relatori, oltre ad un centinaio di presenti, alcuni tra i principali esperti dei settori interessati: A. Vannucci, G. Bissoni, T. Petrangolini, S. Cecconi, G. Domenighetti, L. De Fiore, V. Alberti, P. Barbieri, G. Monchiero, A. Tanese, T. Carradori, G. De Filippis, M. Dall’Acqua, V. Solfrini, F. Tosolini, A. Bianco, A. Silvestro, M. Brunetti, R. Russo Valentini, N. Dirindin. [...]

È in arrivo una “sanatoria” in Marocco. Avete letto bene. Non stiamo parlando di un provvedimento di regolarizzazione destinato agli immigrati marocchini in Italia. No, siamo proprio nel paese nordafricano: è qui che il re vuole concedere un permesso di soggiorno agli stranieri irregolari. Il Marocco, cioè, sta diventando – anzi, è già diventato – un paese di immigrazione. Un luogo “di transito e di arrivo” – per usare i termini tecnici – e non più solo “area di partenza” dei flussi migratori. Ma le sorprese non finiscono qui: dati aggiornati dicono che i migranti provengono anche dai paesi europei, e che – ad esempio – molti spagnoli si stanno trasferendo sulle coste del Maghreb per lavorare e mandare a casa un po’ di risparmi. Ora che il re ha deciso di varare una regolarizzazione, vedremo immigrati spagnoli che chiedono un permesso di soggiorno in Marocco: una specie di sogno all’incontrario. Ma a questo punto sarà bene procedere con ordine. [...]

Carolyn M. Stephenson definisce i Peace Studies come “un campo interdisciplinare che abbraccia la ricerca sistematica e l’insegnamento riguardante le cause della guerra e le condizioni della Pace. Focalizza l’attenzione sulle cause che fanno crescere o decrescere la violenza, sulle condizioni associate a questi cambiamenti e sui processi per cui questi cambiamenti accadono”. Questa definizione racchiude, in poche parole, i fondamentali dei Peace Studies, in particolare il loro carattere interdisciplinare, il binomio inscindibile ricerca/didattica e una visione olistica del concetto di pace. [...]

Antistasis è un libro indispensabile per tutti coloro che si impegnano in nuove pratiche di vita (praticanti del commercio equo, gruppi di acquisto solidale, militanti di movimenti di base, firmatari di manifesti per la difesa dei beni comuni etc.) e che sentono il bisogno di inserire i propri gesti quotidiani in una prospettiva politica di più ampio respiro. Quella che segue non è una recensione vera e propria: tali e tanti sono i temi proposti alla riflessione dall’autore, che sarebbe impossibile riassumerli brevemente. Si tratta piuttosto di un invito alla lettura: una lettura non individualista, ma prima fase di un dibattito da sviluppare nei propri gruppi e nel proprio ambiente. [...]

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