Abstract
Il presente saggio esamina in prospettiva storica la trasformazione del magistero pontificio sulla guerra e la pace nel XX e XXI secolo, focalizzandosi sul contributo radicalmente innovativo di Papa Francesco. In risposta all'obsolescenza della dottrina della "guerra giusta" di fronte agli armamenti di distruzione di massa e alla storica "condiscendenza partecipata alla guerra", il pontificato di Francesco stabilisce la pace come priorità assoluta e premessa necessaria. Il saggio identifica due aspetti originali della sua proposta: la condanna esplicita e incondizionata dei produttori e commercianti di armi e la promozione della nonviolenza attiva come modello di relazione. Inoltre, il magistero di Francesco si concretizza in un'etica globale di solidarietà e giustizia, superando i generici appelli e affermando che la pace si costruisce assicurando "terra, casa e lavoro a tutti". L'analisi culmina con l'esame del Documento sulla fratellanza umana (2019), che sancisce l'estraneità della violenza all'universo religioso e condanna inequivocabilmente ogni strumentalizzazione delle fedi per fini bellici. Il lavoro critica, infine, il persistente ritardo della teologia accademica nell'abbracciare la pace come tema prioritario, nonostante gli stimoli del pontefice.
