Abstract
Il presente lavoro discute la portata e il grado di attuazione del principio di solidarietà, che giustifica l'azione dell'Unione Europea sia all'interno che all'esterno dei propri Stati membri, in relazione alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo e alla realtà della violazione di questi diritti in Brasile, come esemplificato dal gran numero di minori privati della libertà nei centri di detenzione socio-educativi. La letteratura sull'argomento viene passata in rassegna per identificare la possibilità legale dell'Unione Europea di operare al di fuori del proprio blocco di Stati membri, allo scopo di proteggere i diritti di questi giovani. I dati secondari sono utilizzati per illustrare la realtà di tali violazioni dei diritti dei giovani, sia quando entrano in conflitto con la legge sia quando sono vittime dell'azione dello Stato, come modo per giustificare una possibile azione dell'Unione Europea in Brasile. I precetti degli studi decoloniali sono utilizzati per esaminare come questa applicazione del “principio di solidarietà” potrebbe essere resa operativa, nella consapevolezza che l'unico modo possibile per raggiungere questo obiettivo comporterebbe l'assunzione di responsabilità per gli investimenti economici nella riduzione delle disuguaglianze.
Keywords
Unione Europea Diritti umani Decolonizzazione Sistema giudiziario minorile Giovani privati della libertà