Indignatio, una passione “prodigiosa”. Sul conflitto in Spinoza tra l’Etica e il Trattato Politico

Abstract

Il presente lavoro consiste in un’analisi della funzione del conflitto nel pensiero etico-politico di Spinoza, a partire dal modo in cui viene definita e valutata l’indignatio nella terza e quarta parte dell’Etica e al ruolo attribuito ai moti d’odio della multitudo nel Trattato Politico. Mentre evidenziamo una certa tensione nel passaggio dall’opera etico-metafisica a quella più spiccatamente politica, dove l’autore si assume come ineliminabile e costitutiva la presenza, nello stato, di desideri inadeguati e segnati dalla contrarietà, definiremo che valore – di utilità e dannosità – Spinoza assegni all’indignazione nell’ambito delle relazioni interumane e nel consesso politico. Questo percorso ci permetterà di individuare due tipi di conflitto ascritto alla sua teoria politica: il conflitto regolativo dell’attività delle istituzioni e della sovranità; il conflitto costituente in quanto capace di radicali trasformazioni in situazioni di profonda corruzione. Più nello specifico, evidenzieremo lo statuto combinatorio della vita affettiva al fine di guardare alla costituzione di uno nuovo stato evitando di ridurla ad affetti isolati di contrarietà e, allo stesso tempo, l’esclusione assoluta di un contributo dell’indignazione e della discordia nella transizione da una forma di organizzazione politica ad un’altra.

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