Comunità monitoranti e trasparenza amministrativa. Un'occasione per la resistenza collettiva alla corruzione?

Abstract

L’articolo si propone di analizzare il fenomeno della corruzione sotto vari aspetti. Dopo aver differenziato la corruzione dalla mal amministrazione, se ne definiscono le cause principali, economiche e socio-culturali; se ne indagano gli effetti principali, a partire dall'ambito economico, democratico e sanitario; si discutono le possibili e più efficaci politiche anti-corruzione, tenendo conto che la corruzione ha conseguenze dannose per la società nel suo complesso. Nell'analisi delle politiche di contrasto, si presentano alcuni esempi di segno alternativo: Singapore, che attua una politica autoritaria, la Finlandia, che invece basa il suo approccio sulla partecipazione popolare e la diffusione di una cultura della legalità e della responsabilità individuale. L'approccio partecipativo richiede anche, come premessa, la trasparenza amministrativa ossia il diritto dei cittadini ad avere accesso a pubblici documenti. La normativa italiana viene ricostruita e valutata in questo quadro, mettendo l'accento sull'importanza della società civile e della cittadinanza. Il crescente impegno delle cittadine e dei cittadini contro la corruzione è segno di una forte volontà di cambiamento, ma richiede di concretizzarsi in progetti concreti. Importante, in questo senso, l’introduzione delle cosiddette "comunità monitoranti", che agiscono soprattutto nel controllo del corretto utilizzo e sviluppo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, come all’interno del progetto “Confiscati Bene”. L'implementazione delle norme, in stretta connessione con un rinnovato senso civico ispirato al rispetto delle leggi e alla responsabilità sociale, è presentata in conclusione come la più promettente strategia disponibile contro il sistema della corruzione.

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