Il contributo alla pace della Comunità di Sant’Egidio: dal successo in Mozambico all’accordo con le Nazioni Unite

Abstract

Il contributo intende concentrarsi sull’apporto offerto al mantenimento della pace da parte della Comunità di Sant’Egidio, associazione fondata a Roma nel 1968. L’analisi partirà dal suo primo e meglio conosciuto successo, quello ottenuto in Mozambico: grazie ad un negoziato svoltosi proprio presso la Comunità, il 4.10.1992 il governo legittimo e i guerriglieri hanno posto fine a 17 anni di conflitto, firmando l’Accordo Generale di Pace. Il controllo sull’attuazione di quest’ultimo è stato poi affidato all’ONUMOZ, operazione istituita dal CdS con la Risoluzione 797 (1992). L’analisi si concentrerà poi su una delle iniziative recenti di Sant’Egidio, quella in Repubblica Centrafricana: anche qui, la Comunità ha dimostrato di poter collaborare proficuamente con l’ONU, completandone l’azione. Proprio nell’ottica di ufficializzare tale collaborazione, il 9.6.2017 l’ONU e Sant’Egidio hanno firmato un accordo che prevede un canale di comunicazione centralizzato e regolare tra le due organizzazioni. Tale intesa senza precedenti suscita indubbio interesse: infatti, il ruolo attribuito alle ONG dalla Carta ONU è decisamente ridotto, limitandosi alla funzione consultiva rispetto all’ECOSOC prevista dall’art. 71. L’accordo in questione, dunque, può essere interpretato come un tentativo di colmare il divario tra l’attivo coinvolgimento della Comunità nelle dinamiche internazionali e il limitato ruolo istituzionalmente riconosciutole nel sistema ONU.

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