Stanze del silenzio come strade di pace. Sulle orme di Dag Hammarsköld

Abstract

La crescente complessità delle società contemporanee, caratterizzate da pluralità culturale, linguistica e religiosa, genera spesso tensioni e conflitti. In questo contesto, le stanze del silenzio emergono come spazi in grado di favorire ascolto, riflessione e dialogo, costituendo potenziali strumenti di pace. A partire dal modello ideato da Dag Hammarskjöld presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, le stanze del silenzio si presentano talvolta come spazi neutri, privi di simboli confessionali, talvolta come ambienti che includono simboli religiosi o comunque spirituali; in ogni caso restano luoghi aperti e accessibili a chiunque, indipendentemente dalla propria appartenenza o non appartenenza religiosa. In questi luoghi, il silenzio, inteso sia come sospensione dal rumore esterno sia come condizione di quiete interiore, diventa il presupposto per un incontro autentico con sé stessi e con l’altro. La ricerca esplora come tali spazi, diffusi in contesti pubblici e comunitari, ma anche privati, possano trasformarsi in incubatori di dialogo interculturale e interreligioso. L’ipotesi è che le stanze del silenzio sono degli strumenti di costruzione della pace, che dal silenzio conducono all’incontro e al dialogo con l’altro da sé.

Full Text