Abstract
Cosa resta oggi del Discorso del Cairo di Obama, intitolato “Un nuovo inizio”, ora che una vasta area del Medio Oriente è stata trasformata in campo di battaglia, e intere generazioni di giovani desiderosi di cambiamento sono stati traumatizzati da ideologie fuorvianti e anni di combattimento? Rispondere a questa domanda implica mettere in discussione l'approccio dominante ai conflitti in corso, in particolare a quello siriano, in quanto fondato su categorie improprie e prospettive unilaterali. In quest'ottica, le riflessioni personali che seguono assumono come filo conduttore gli equivoci generati dal celebre dilemma gramsciano, tra essere partigiani o indifferenti. La “neutralità” rivendicata dagli abitanti del quartiere palestinese di Yarmouk a Damasco, oggi distrutto, verrà discussa come valida alternativa a questo dilemma. Se infatti nel contesto medio-orientale e siriano, in cui forze globali si scontrano per interessi economici e geopolitici, prendere una parte contro l'altra equivale spesso a divenire delle pedine nel gioco di altri, la neutralità può offrire il punto di partenza per cambiare paradigma.