Abstract
Si cercherà di mostrare come la democrazia ateniese fosse sostenuta da un sistema politico altamente istituzionalizzato che si realizzò tramite l’estensione della partecipazione e l’elaborazione di procedure del confronto pubblico in grado di equilibrare la potenzialità della decisione collettiva e l’originalità della proposta individuale. Quest’opera di bilanciamento si fondava su un discorso politico innervato e arricchito dall’impiego istituzionale della retorica. Caduta ad Atene nel 322 a.C., ancora verso la fine del 1700 la democrazia greca non era considerata un esempio edificante di costituzione. Più recentemente, di fronte alle ricorrenti crisi di rappresentatività politica, si è tornati a invocare il valore della sua caratteristica di governo diretto e radicale. Tuttavia, per liberare l’origine della democrazia dall’aura del miraggio e comprenderne l’eredità, è forse possibile tracciare un filo rosso tra il senso della cittadinanza democratica in Grecia e la nascita dell'opinione pubblica tra '600 e '700, là dove Habermas colloca il risveglio dei principi democratici in epoca moderna e individua il fondamento linguistico di una cittadinanza post-convenzionale.