Quando il nucleare per la pace può diventare un’arma: i rischi di un attacco militare alla centrale ucraina di Zaporizhzhia

Abstract

La possibilità che una centrale nucleare operativa sia colpita in un attacco durante operazioni militari è diventata di drammatica attualità nell’odierna crisi ucraina. Gli incidenti ipotizzabili in tale scenario si dividono, a seconda della tipologia di attacco, in incidenti di criticità oppure incidenti convenzionali. I primi potrebbero verificarsi nel caso in cui sistemi ausiliari e di sicurezza del reattore venissero colpiti simultaneamente, provocando un raggiungimento incontrollato della criticità del reattore. I secondi, potrebbero comportare il rilascio di radioattività nell’ambiente a seguito di detonazioni ed incendi in siti della centrale contenenti materiale radioattivo. Spesso ed in modo scorretto negli ultimi mesi, commentando gli eventi accaduti alla centrale di Zaporizhzhia a partire da Marzo 2022, i media hanno paragonato la portata delle conseguenze di tali attacchi a quelle dell’utilizzo di un’arma nucleare tattica. Dal punto di vista della letalità per la popolazione, dei radionuclidi coinvolti, dell’entità della contaminazione dell’ambiente i due eventi sono profondamente diversi. Il presente lavoro, a carattere esplicativo, si propone di studiare l’impatto sull’uomo e sull’ambiente delle conseguenze di un attacco militare alla centrale e quelle della detonazione di un ordigno nucleare tattico della potenza di 10 kt (kiloton).

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