Abstract
Sebbene Galtung sia noto soprattutto per le sue ricerche sulla pace e sulle strategie di risoluzione dei conflitti, la sua opera affronta approfonditamente anche il tema della violenza. In particolare, gli va riconosciuto il merito di aver ampliato la comprensione della violenza oltre la mera aggressione fisica, identificandone le dimensioni culturali e strutturali. La sua analisi della violenza strutturale è stata particolarmente significativa, contribuendo al lavoro di studiosi di diverse discipline nell’esame delle disuguaglianze sistemiche. Tuttavia, il concetto di violenza strutturale elaborato da Galtung è stato anche oggetto di critiche. In sintesi, la letteratura suggerisce che esso risulti troppo vago, facendo sì che i rapporti tra potere, disuguaglianza e danno tendano a confondersi. Questo articolo intende affrontare tali limiti, in particolare chiarendo le caratteristiche della violenza strutturale e la sua connessione con le relazioni di potere. Ciò consentirà di stabilire un legame tra la violenza strutturale e il concetto foucaultiano di stati di dominazione - vale a dire, specifiche configurazioni di relazioni di potere contrassegnate dalla mancanza di libertà. Queste precisazioni permetteranno una rivisitazione del triangolo della violenza di Galtung, con particolare attenzione alla relazione tra violenza strutturale e violenza diretta.