La Comunità/Unione Europea e le origini dell’esternalizzazione del controllo delle frontiere

Abstract

Il presente articolo ricostruisce e analizza le origini della politica europea di esternalizzazione del controllo delle frontiere, intesa come strategia di coinvolgimento dei paesi di origine e transito nella gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo e nell’azione di contrasto all’immigrazione irregolare, intesa come ingresso o soggiorno di cittadini stranieri in violazione delle norme stabilite dal paese di arrivo. Mentre la letteratura giuridica e politologica si è concentrata prevalentemente sul rapporto con i paesi non comunitari e sugli sviluppi avvenuti nell’ultimo quarto di secolo, questo studio intende mostrare come le attuali pratiche europee di esternalizzazione siano cominciate alla metà degli anni Ottanta e come i paesi della periferia meridionale della Comunità Europea (CE) abbiano fatto da apripista rispetto a questo processo. Questa ricerca, inoltre, mostra come i sistemi di Schengen e di Dublino, ancora alla base della politica migratoria e di asilo europea, fossero essenzialmente mossi da una logica di “esternalizzazione interna”, che è stata poi ampliata fino a ricomprendere paesi europei, asiatici e, soprattutto, africani sempre più esterni rispetto alla CE e, più tardi, all’Unione Europea.

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