“Disculpe Señor, ¿Cuál es mi nombre?” Identità, spersonalizzazione e alienazione dall’America della conquista alle rivendicazioni dei movimientos indígena

Abstract

Tzvetan Todorov dedica il suo straordinario La Conquête de l’Amérique. La question de l’autre alla memoria di una donna maya massacrata dai cani, per aver rifiutato di diventare schiava e oggetto di un conquistador spagnolo del XVI secolo. Una donna senza nome, senza volto, senza individualità. Completamente spersonalizzata, come una figura di carta, senza consistenza, senza passato, senza futuro. Diego de Landa, nella sua Relazione sullo Yucatán, regione della quale era stato nominato vescovo, non ritiene importante riportarne l’identità, mentre documenta bene il nome del capitano che l’aveva fatta prigioniera. Eppure la questione del nome non è affatto banale, dal momento che esso è legato profondamente all’identità e condensa in sé tradizione, storia e cultura. In una lettera all’imperatore Carlo V, Pascual de Andagoya testimonia il trauma identitario degli indios, che, una volta battezzati e ricevuto il loro nuovo nome cristiano, non vogliono più essere chiamati con quello precedente. Spesso, però, non ricordano il nome che è stato loro imposto e devono quindi farselo dire dagli stessi conquistadores. [...]

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