Abstract
“Le condizioni abitative e gli oneri economici connessi all’abitazione rappresentano, per alcuni gruppi di famiglie italiane, un fattore di vulnerabilità molto rilevante sul quale agiscono il livello e la composizione dei redditi familiari, la situazione patrimoniale, le condizioni di accesso al mercato delle abitazioni”. È questo l’incipit dell’ultima indagine dell’ISTAT (2010) sulle condizioni abitative delle famiglie residenti in Italia, che evidenzia un progressivo aumento della disuguaglianza abitativa, misurata da precisi indicatori di disagio.
Altri rapporti scientifici, usciti in questi ultimi anni (Brandolini, Saraceno, Schizzerotto, 2009) pongono in rilievo come questa maggiore disparità nella disponibilità della casa e nelle situazioni abitative si collochi all’interno di un aumento significativo delle dimensioni della disuguaglianza nell’Italia di oggi: tale evoluzione è evidenziata, in particolare, dall’aumento delle povertà e della marginalità sociale, dalla forte polarizzazione nella distribuzione del reddito, dalle peggiorate condizioni di salute di quote consistenti di popolazione, non soltanto anziana, in diretta relazione con le caratteristiche socio- economiche degli individui. Ci si presenta un’Italia incapace di mantenere il riconoscimento dei diritti sociali acquisiti dalle generazioni passate, caratterizzata da minore equità e crescenti disparità sociali, anche tra territori e generazioni. Quanto avviene in Italia appare non dissimile dai processi più generali di arricchimento e di impoverimento che si riscontrano, da diversi decenni, sia nei paesi del Sud del mondo che all’interno degli stessi paesi occidentali. All’interno di questo quadro più generale, il nostro paese manifesta però caratteri specifici di maggiore ampiezza del fenomeno, con una presenza di complesse radici sia storiche che attuali. [...]