Abstract
Un’azione di guerra dove nulla è stato lasciato al caso. Dal nome, Operazione Mare Nostrum, a indicare la piena sovranità su uno specchio d’acqua frontiera Nord-Sud, muro invalicabile per la moltitudine di diseredati in fuga da sanguinosi conflitti e inauditi ecocidi. Il Comando operativo, poi, assegnato al Capo di Stato Maggiore della Marina militare. E i mezzi aeronavali impiegati: cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, navi da sbarco, fregate, sommergibili e, a bordo, i reparti d’élite delle forze armate. L’Italia torna a fare la guerra alle migrazioni e ai migranti nel Mediterraneo, sfruttando strumentalmente la tragedia accaduta a poche miglia da Lampedusa il 3 ottobre 2013. Allora morirono 364 tra donne, uomini e bambini senza che l’imponente dispositivo aeronavale nazionale, UE, NATO e extra-NATO che presidia ogni specchio di mare, facesse alcunché per soccorrere i naufraghi. [...]