Abstract
Il 2014 si apre con una buona notizia: l’apertura della sperimentazione relativa ai cosiddetti “corpi civili di pace”, realizzata attraverso l’approvazione in sede parlamentare di un emendamento presentato dall’onorevole Giulio Marcon durante il dibattito sulla Legge di stabilità 2014, recepito dal Governo dopo una iniziale bocciatura, e quindi trasfuso nel testo della legge così approvata.
Come spesso avviene in questa nostra Italia senza una politica degna di questo nome, si tratta di un risultato alquanto fortunoso. Frutto della caparbietà e dell’intelligenza di un deputato, la novità si iscrive purtroppo in un quadro complessivo desolante, specialmente in relazione al dibattito connesso alle politiche di pace. Del resto, anche l’approvazione della vigente legge sul Servizio civile nazionale è stata, all’epoca, il frutto di un rush di fine legislatura. In questi casi i successi politici parlamentari rischiano di rimanere imbrigliati, in primo luogo, nelle paludi di un più efficace disinteresse politico da parte dell’autorità di governo, che semplicemente fa come se nulla fosse; ed in secondo luogo nelle secche di una difficile applicazione, dovuta all’inevitabile complicata – se non impossibile – applicazione di disposizioni nate senza un sufficiente ausilio tecnico. [...]