Abstract
Se si pensa al significato comune delle parole “ambiente” e “guerra”, si può avere l’impressione che non abbiano nulla a che vedere l'una con l’altra. A prima vista, le due nozioni sembrano appartenere a due mondi separati: la prima evoca immagini di vita e di benessere, la seconda è immancabilmente legata a pensieri di morte e distruzione. Basterebbe fermarsi a riflettere per scoprire che esistono molteplici e complesse interconnessioni fra “ambiente” e “guerra”, anche se ciò traspare raramente nei dibattiti pubblici e politici in materia. In genere, infatti, quando si parla di guerra si tende a presentare la situazione da un punto di vista politico, socio-economico o umanitario, trascurando gli aspetti ambientali. Allo stesso modo, quando si analizzano gli impatti delle attività antropiche sui sistemi naturali, difficilmente si prende in considerazione la realtà militare e bellica, e si focalizza l’attenzione quasi esclusivamente su quella civile. Eppure, per preparare le guerre vengono utilizzati fino a 15 milioni di km2 di terra (più dell’intero territorio dell’Europa) e il 6% del consumo di materie prime, producendo circa il 10% delle emissioni globali di carbonio l’anno (Machlis e Hanson, 2008). [...]