AA.VV., World Ocean Review 2010, Maribus gGmbH, Hamburg, 2010

Abstract

È vero che l'uomo ha camminato sulla Luna e che ha mandato satelliti ad orbitare attorno alla Terra. È vero che ha scattato foto del nostro pianeta da tutte le angolazioni: abbiamo visto la Terra sorgere all'orizzonte lunare, l'abbiamo vista immersa a metà nel buio della notte e l'abbiamo vista risplendere in tutta la sua maestosa circolarità (o quasi). È anche vero che queste osservazioni ci hanno dato una comprensione più profonda di molti processi del sistema-terra, ad esempio del clima, chiarendo dove si formano le nuvole e come si muovono, che c'entra l'irradiazione con i gas serra, cos'è il buco dell'ozono. Ma è anche vero che, mentre alcuni scienziati come l’astronomo Carl Sagan hanno da tempo inaugurato l'era della caccia all'intelligenza extraterrestre, vi è una parte della superficie terrestre che giace sotto gli occhi di tutti ma che è rimasta stranamente al margine dell'attenzione di chi si occupa di processi geofisici globali. Sono gli oceani che, come sappiamo, coprono il 70% del globo e fanno della terra il “pianeta blu”.
Gli oceani influenzano in maniera decisiva l'andamento del clima, come tengono a rammentarci i climatologi. Acque che sono l'habitat di innumerevoli specie animali e vegetali, come aggiungono i biologi marini. Acque che racchiudono preziosissime risorse minerarie, come sanno i geologi. E, infine, acque che subiscono le ricadute provocate dalla presenza sempre più “pesante” della specie umana sul pianeta, come rilevano gli ambientalisti. [...]

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