Abstract
Il saccheggio è un libro interessante e coraggioso, che affronta i temi del colonialismo e dell’imperialismo contemporanei dal punto di vista del ruolo che il diritto svolge in questi processi. Il dato di partenza che guida la ricerca è delineato con grande nettezza: “il diritto è stato ed è tuttora utilizzato per amministrare, sanzionare e soprattutto giustificare la conquista e il saccheggio occidentale”. Proprio questo continuo e mai interrotto saccheggio – già magistralmente descritto da Edoardo Galeano nel suo libro Le vene aperte dell'America Latina – è alla base della massiccia disuguaglianza globale attuale. Questo saccheggio è stato giustificato attraverso la potente retorica della legalità: ma un simile “progetto di dominazione avvolto nella retorica della legalità non può che costruire una poderosa costruzione di egemonia, persuadendo le vittime della benevolenza dei predoni”. In questo modo, “senza alcun pudore si finge di esportare legalità in Afghanistan e in Iraq, mentre se ne esporta soltanto un regime, complice del saccheggio delle multinazionali, legittimato dalla legge del più forte pure nei suoi episodi più cruenti (l’anno 20101 si è inaugurato con la notizia dell’assoluzione, basata su un formalismo processuale, ad opera di una Corte federale statunitense, dei mercenari della Blackwaters responsabili del massacro di 17 civili iracheni)”. [...]