R. Wilkinson, K. Pickett, La misura dell'anima: Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici, Feltrinelli, Milano, 2009

Abstract

Non si può non cominciare la recensione di questo libro senza commentare la traduzione italiana del titolo e del sottotitolo. La prima versione inglese suona infatti The spirit level: why more equal societies almost always do better, che si potrebbe tradurre letteralmente La livella: perché le società con maggiore uguaglianza quasi sempre risultano migliori. La metafora concreta della livella a bolla (quella resa celebre da Totò), da strumento di misura dell'uguaglianza è diventata nella versione italiana una metafisica “misura dell'anima”. Così come l'ottimismo implicito nella relazione tra uguaglianza e benessere ha lasciato il posto ad una pessimistica considerazione sulle diseguaglianze che creano infelicità. Che gli autori volessero mettere l’accento sul fattore positivo costituito dall’uguaglianza è confermato da ulteriori sottotitoli che il saggio ha ricevuto in due successive edizioni inglesi, che suonano rispettivamente Why greater equality makes societies stronger, ossia Perché più uguaglianza rende le società più forti, e Why Equality is Better for Everyone, ossia Perché l’uguaglianza è meglio per tutti. [...]

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