Abstract
“Malgrado gli auspici dell'Amministrazione di Obama e della maggior parte degli americani – inclusi molti ebrei americani – Israele non consentirà ai palestinesi un loro stato in Cisgiordania e a Gaza che sia sostenibile. Per quanto possa dispiacere, la soluzione dei due stati è ormai fantasia. Invece i territori occupati saranno incorporati in una “Grande Israele” che sarà uno stato di apartheid con un grande somiglianza con il Sudafrica governato dai bianchi. Tuttavia, uno stato ebraico con un regime di apartheid non è sostenibile nel lungo periodo. Alla fine, diventerà uno stato democratico bi-nazionale, la cui politica sarà dominata dai suoi cittadini palestinesi. In altre parole, cesserà di essere uno stato ebraico, e questo significa la fine del sogno sionista”.
È ciò che il 29 aprile scorso, in una conferenza dal titolo “Il futuro della Palestina: gli ebrei giusti contro i nuovi afrikaners”, ha sostenuto John J. Mearsheimer, professore alla Chicago University, teorico di politica internazionale di impostazione realista e studioso di grande prestigio, sia nel mondo accademico americano che in quello internazionale. Mearsheimer non fa una scelta politica. È anche lui convinto, come molti, che la soluzione dei due stati sia la migliore. La sua è una constatazione, la presa d'atto di quella che è la situazione sul terreno, che piaccia o no. [...]