Abstract
La sentenza del tribunale dell’Aquila che, il 22 ottobre 2012, ha condannato, seppure in I grado, gli esponenti della Commissione Grandi Rischi (CGR) ha suscitato un vespaio di polemiche ma, soprattutto, ha acceso una discussione sulla quale esistono molte lacune, se non mistificazioni sulle quali sarebbe opportuno riflettere, in particolare prima di formulare giudizi che altrimenti risulteranno approssimativi o incongrui. La prima osservazione sulla quale riflettere è che costoro, i membri della CGR, non sono stati affatto condannati per non aver saputo prevedere il forte terremoto del 6 aprile 2009 che ha distrutto l’Aquila. L’asserzione che i terremoti, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non siano prevedibili è assolutamente vera. Ma proprio perché non sono prevedibili non è possibile prevedere che non ci saranno! I membri della CGR hanno fatto proprio questo: hanno previsto che non ci sarebbe stato un forte terremoto, quindi l’assenza di un pericolo grave, rassicurando incautamente la popolazione. [...]