Abstract
Quando si parla di politica, a qualsiasi livello, si fa generalmente una distinzione istintiva fra ciò che è di interesse pubblico, collettivo, e ciò che costituisce il privato, la sfera individuale e finanche intima di ciascuno. Allo stesso modo, quando l'oggetto del discorso è internet – ed in particolare il sottoinsieme dei suoi nodi che costituiscono il cosiddetto world wide web, la “tela grande quanto il mondo” (Gallino 2000) – uno dei primi concetti che vi si associa è quello di 'virtuale', non tanto nel senso di 'irreale', quanto piuttosto nell'accezione di una diversa sfumatura di realtà, contrapposta a ciò che è fisico, concreto, tangibile. Tuttavia, se proviamo ad analizzare la pratica della politica e quella dell'uso di internet, vediamo i concetti mescolarsi, le dicotomie assumere un aspetto meno rigido, scivolare insensibilmente le une nelle altre, in uno spazio dai contorni indefiniti dove i bisogni individuali possono assumere l'aspetto di interessi comuni e viceversa, le discussioni meramente telematiche avere delle ricadute concrete e gli episodi concreti dare origine a dibattiti virtuali, in un muoversi incessante dall'uno all'altro polo. Tutto ciò assume un aspetto evidente quando le due aree si intersecano, e si prova a ragionare sull'uso politico del web nelle sue varie sfaccettature, avendo come punti di riferimento proprio le coppie 'pubblico/privato' e 'virtuale/reale', attraverso le quali tentare di avvicinarsi a quell'entità indefinibile, priva di confini e caratteristiche precise, e tuttavia politicamente sempre più rilevante, che è oggi nota come ‘popolo della rete’. Chiedendosi anche come l'intreccio tra politica e web influisca sul concetto di partecipazione politica nelle società contemporanee. [...]