Armi chimiche libiche: storia e problemi attuali

Abstract

Ad aggravare la percezione della gravità degli scontri in corso in Libia fra vari contendenti, di recente sono apparse nella stampa internazionale e nazionale notizie relative all’impiego in azioni belliche o attacchi terroristici di armi chimiche (in particolare iprite) dell’arsenale militare della Libia stessa. Per comprendere quanto queste illazioni possano essere realistiche e per poter stimare la possibilità, pure ventilata da alcune parti, che armi chimiche libiche possano cadere nelle mani di militanti del Daesh (ISIL), può essere utile ricostruire gli eventi principali relativi all’armamento chimico libico e al suo processo di disarmo. La Libia sotto il governo del colonnello Moammar al-Gheddafi produsse e acquisì una significativa quantità di agenti chimici e di sistemi d’arma per il loro impiego, ma, nell’autunno 2003 si impegnò con i governi inglese e americano a interrompere i suoi piani per armi non convenzionali e a eliminare quanto già prodotto. A seguito di tale accordo, nel gennaio 2004 aderì alla Convenzione per la proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinamento e uso di armi chimiche e per la loro distruzione (CWC), procedendo alle operazioni disarmo sotto il controllo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW). [...]

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