Issues / 2018 / Federico Oliveri

Basato sulle testimonianze di sua sorella Marianna attraverso la corrispondenza con la sua amica Ida emerge la figura del poeta Montale apertamente contro la guerra e costretto a partire per il fronte durante la Prima guerra mondiale. Poche sono le poesie che trattano l'esperienza della guerra. Queste poesie non sono né un grido di dolore né una testimonianza ma sentimenti ribelli, nostalgici, come il desiderio di stringere la mano ai vecchi compagni, di vedere noi stessi in un tempo conosciuto, facce sullo sfondo di un cielo blu ghiaccio, scosso dalla campana di Shrapnell (Montale in guerra), o l'evocazione di una veglia silenziosa interrotta solo dal rumore di un fiume (Valmorbia). Nella guerra Montale non vede il lato eroico ed eccitante ma guarda a questo con distacco ironico e disincantato che è solito nella sua poesia.

 
 

A poco più di cento anni dall'inizio della Prima guerra mondiale, una delle domande che viene in mente per spiegare le ragioni profonde, le dinamiche, gli esiti e il senso di quegli eventi, è perché i due principali attori politici popolari del tempo, ovvero il movimento socialista da una parte e il movimento cristiano-cattolico dall'altro, siano caduti in quel terribile conflitto, all'interno del quale forse per la prima volta nella storia umana è mancato ogni limite e ogni controllo sull'uso della forza armata. Riflettendo su questo punto, ritengo si possano ricavare alcune lezioni sul tipo di organizzazione e di sviluppo politico che dovrebbero essere promossi per evitare nuove guerre: promuovere con decisione una politica auto-gestionaria e un modello di sviluppo non più guidato da scienza e tecnologia concepiti come un blocco unitario e monolitico, senza alternative interne e senza significative interazioni con gli altri campi del sapere umano. [...]

È del primo gennaio di quest'anno la notizia che riportava l'inizio dei processi italiani all'Operazione Condor, l'accordo di intelligence tra gli stati del Cono Sur dell'America Latina – composto da Brasile, Bolivia, Perù, Uruguay, Paraguay, Cile e Argentina – messo in atto negli anni Settanta, con la collaborazione della CIA. L'obiettivo era l'eliminazione sistematica delle persone ritenute “sovversive” dai regimi militari instauratisi dopo i vari colpi di stato. Anche l'Italia, dopo quasi quaranta anni, proverà a dare giustizia alle decine di uomini e donne di origine italiana precipitati nell'abisso dei sequestri e delle sparizioni. Nel nostro paese il tema dell'Operazione Condor risolta tutt'ora piuttosto sconosciuto. Tale carenza acquisisce maggiore importanza se si considera che uno dei delitti eccellenti di tale operazione criminale, la cui vittima fu il democristiano cileno Bernardo Leighton, ebbe luogo a Roma. L'attentato, avvenuto nel 1976 per mano di neofascisti italiani appartenenti alle schiere di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo, rientra nell'arco temporale durante il quale si sviluppò la “strategia della tensione”, la quale si protrarrà fino all'inizio degli anni Ottanta. [...]

Il vibrante appello contro la guerra di Jean Jaurès costituisce non solo l'eredità politica che il padre della Section Française de l'International Ouvrière lascia ai socialisti, ma anche un fremente messaggio rotto dal precipitare degli eventi. “L'Armèe Nouvelle”, la vigorosa opposizione della SFIO alla “loi de trois ans”, la riflessione sulle guerre balcaniche, sulla diplomazia, sull'imperialismo colonialista, sull'Internazionale: il ruolo del deputato di Tarn unisce nell'analisi delle vicende storiche la democrazia francese al pensiero al movimento socialista. A un secolo dallo scoppio della Grande Guerra e dall'omicidio del fondatore della SFIO, la Fondation Jean Jaurès ha raccolto riflessioni che consentono una disamina ampia del suo pensiero. Liberté ed égalité poggiano sul patriottismo repubblicano della défense nationale o su un più laborioso ordine internazionale improntato al disarmo? Il saggio intende far luce sugli elementi della democrazia repubblicana francese rievocati dalle riflessioni di Jaurès, individuando i fatti storici prodotti dalla mobilitazione del padre della SFIO. La rappresentazione fornita da Jaurès circa le dinamiche dei conflitti, infine, comprende suggestioni funzionali alla politica estera del nostro tempo o va chiusa in toto nel contesto della crisi che prepara la Guerra Mondiale?

Il commosso ricordo che si rinnova di anno in anno della distruzione atomica di Hiroshima e della strage dei suoi abitanti segna in realtà il fallimento della comunità internazionale a risolvere il problema delle armi nucleari; in 70 anni non si è riusciti non solo a eliminarle, ma neppure a definire una convenzione internazionale che ne proibisca l’uso e tanto meno a bloccarne lo sviluppo e la proliferazione. Dal 1945 in poi hanno via via creato arsenali nucleari Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan, Sud Africa e Corea del Nord e solo il Sud Africa è ritornato sui suoi passi. E la diversificazione delle armi nucleari e il loro numero sono cresciuti fino a raggiungere quasi 70 000 armi nei primi anni 80, un numero mostruoso e assolutamente privo alcun senso politico e militare. [...]

Stando all’autorevole Enciclopedia Treccani, i diritti sociali sarebbero quell’insieme di facoltà riconosciute dalla legge ai lavoratori nei confronti del datore di lavoro, anche con riferimento alla correttezza delle relazioni industriali; oppure, in senso più ampio, il complesso delle tutele e dei servizi erogati dallo Stato e dagli enti locali al fine di garantire una rete di protezione sociale, e dunque il welfare in tutte le sue articolazioni principali. È proprio da questo controverso perimetro che parte l’analisi concettuale di Thomas Casadei. Essa rappresenta – come del resto indica molto bene il sottotitolo – un percorso filosofico-giuridico in un ambito più complesso di quel che si possa pensare in prima istanza. 

 

"Economic Inequality: crises, conflicts and threats for peace" is an interdisciplinary international conference, jointly organized by the online journal "Scienza e Pace - Science and Peace", the Sciences for Peace Interdisciplinary Centre - University of Pisa, and the Department of Economics and Management - University of Pisa. The conference will be held in Pisa, on 1st December 2017, by the "Aula Magna" of the Department of Economics and Management. See here the map for accessing the venue.

There are no registration fees. Nevertheless, in order to facilitate the organisation of the conference, please send an email to This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. signalising your intention to participate.

 

Draft Conference Programme

 

9:00 – 9.15 Welcome addresses

Silvio Bianchi Martini, Dean of the Department of Economics and Management
Enza Pellecchia, Director of the Sciences for Peace Interdisciplinary Centre
Pompeo Della Posta, Editor of Scienza e Pace – Science and Peace


I Part – The general context

9:15 - 9:45 Pompeo Della Posta (Università di Pisa)
An introduction: economic inequality, economic theory and social capital

9:45 – 10:15 Pascal Petit (Université Paris 13)
Is the systemic rise in income inequality likely to reverse and for which reasons?

10:15 – 10:45 Roberto Burlando (Università di Torino)
Economic inequality and the economic and cultural divides of our time

10:45 – 11:00 Coffee Break


II Part - Some aspects of economic inequality

11:00 – 11:30 Indra de Soysa (Norwegian University of Science and Technology, Trondheim, Norway)
Social Exclusion and Civil Violence

11:30 – 12:00 Maurizio Franzini (Università La Sapienza, Roma)
Economic inequality and social immobility: a vicious circle?

12:00 – 12:30 Stefano Bartolini (Università di Siena)
Envying alone. Social poverty as an engine of social comparisons and unhappiness

12:30 – 13.00 Discussion and roundtable

13:00 – 14:30 Lunch Break


III Part – Some specific country cases

14:30 – 15:00 Habibul Khondker (via Skype) (Zayed University, United Arab Emirates)
Existential Inequality and Women’s Empowerment in Selected Muslim Majority Countries: A Comparative Study

15:00 -15:30 Michele Raitano (Università La Sapienza, Roma),
Intergenerational transmission mechanisms of inequalities in Italy and some international comparisons

15:30 – 16:00 Francesco Sarracino (via Skype) (STATEC, National Institute of Statistics and Economic Studies of the Grand Duchy of Luxembourg), Luxembourg
Explaining Russian exception: containing income inequality promotes life satisfaction

16:00 – 17:00 Discussion and roundtable. End of the conference

The new Editor of Scienza e Pace / Science and Peace presents the state of the art and the future perspectives of the journal.

Review of Elisabetta Grande, Guai ai poveri. La faccia triste dell'America [“Woe to the poor: The sad face of America”], Edizioni Gruppo Abele, Turin, 2017.

The primary aim of this research paper is to analyse and discuss how the implementation of Public-Private Partnerships (PPPs) can maximize the impact of capacity building in scientific research and in turn, contribute to the implementation of the Sustainable Development Goals (SDGs). It is discussed that there has been a movement towards an evolution of PPPs systems, particularly in regard to new financial methods for education and scientific research. This paper demonstrates that international organisations such as the United Nations (UN) are increasingly encouraging the adoption of PPPs. Also discussed are the challenges faced during the cooperation between the private sector and multilateral organisations during the adoption of PPPs. Practical casework from the African continent is also explored. This article showcases joint-initiatives (such as the UNESCO-Merck Africa Research Summit) that aim to create fertile ground for spillover effects, such as North-South and South-South scientific cooperation, as well as gender empowerment in research. Following the controversial literature, PPPs can catalyse stronger relationships among heterogeneous actors which include international organisations, industry, research centres and universities.

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