Abstract
«Ogni venerdì dopo le preghiere nelle moschee del Cairo, ogni sabato sera alla fine dello Shabbat a Tel Aviv». Queste le parole di uno dei leader della protesta che ormai dal 14 luglio spinge molti israeliani nelle piazze. Quella dello scorso 3 settembre, con i suoi circa 400 mila dimostranti in tutto il paese (che conta una popolazione di appena 7 milioni) è stata probabilmente la più grande dimostrazione dalla fondazione dello stato di Israele.
All'inizio le prime proteste con le tende nell'elegante Boulevard Rothschild a Tel Aviv venivano prese in giro: proteste di una generazione viziata, proveniente dalla classe media, per ottenere riduzioni degli affitti e del prezzo del cottage cheese. Ma le cose sono a poco a poco cambiate. Nella grande manifestazione del 6 agosto (non la «madre di tutte le proteste», ma la «nonna di tutte le proteste» nelle parole di Gideon Levy), un grande cartello in ebraico e arabo diceva «L'Egitto è qui». [...]