Abstract
Da quando, nell’autunno del 2008, è esplosa la bolla speculativa nel settore edilizio ci siamo abituati a sentir parlare di crisi economico- finanziaria, di contrazione degli ordini delle imprese e di conseguenti impatti negativi sul reddito e sull’occupazione, in termini di cassa integrazione o di licenziamenti. A ben guardare, però, vi è un settore industriale che sta superando questa crisi brillantemente: è quello relativo alla produzione destinata alla “difesa” ossia alla sicurezza esteriore. Questo accade perché le industrie belliche basano gran parte dei propri ricavi sugli stanziamenti annuali che gli Stati dedicano al comparto. Tali gruppi possono contare su programmi pluriennali e dal costo elevato, il che incrementa la loro stabilità e permette loro di prevedere i ricavi, su base annua, con buona precisione. Le sole ad incontrare qualche calo negli ultimi anni sono quelle imprese belliche che hanno investito di più nel settore aerospaziale civile, in quanto la domanda in questo campo si è rilevata più oscillante. Per quanto riguarda le armi acquistate dalle forze dell’ordine nazionali, esse sono prodotte da industrie specializzate nelle cosiddette SALW (Small Arms and Light Weapons): in questo articolo ci si occuperà esclusivamente dei gruppi industriali collegati alla produzione di grandi sistemi d’arma. [...]