Abstract
L'urbanizzazione del territorio è sempre più un tema caldo nel dibattito pubblico italiano. C'è chi la associa ad un auspicabile “sviluppo” delle città, e chi la maledice ricordando i “bei tempi andati”. Se ne parla molto, eppure spesso si conoscono poco l’ampiezza e le implicazioni del fenomeno: in Italia, ad esempio, nessuno può dire con certezza quale sia la percentuale di suolo urbanizzato, a differenza di altri paesi europei come la Germania, l’Olanda o la Svizzera, dove si effettuano rilevazioni annuali per poi elaborare la pianificazione del territorio. Inoltre, non è facile orientarsi in un settore che attira investimenti pari al 17% del PIL nazionale e in cui ci si scontra, fatalmente, con interessi contrastanti, modelli sociali alternativi, lobby opposte ed agguerrite.
Questo articolo intende affrontare alcuni punti chiave del “consumo del territorio”, non solo analizzando i dati disponibili ma anche presentando concrete proposte politiche alternative in via di sperimentazione in alcuni Comuni italiani. Il punto di partenza è costituito dall'analisi di alcuni studi legati all'utilizzo del suolo, in modo da indagare la portata e gli effetti dell'urbanizzazione. Su questa base sarà possibile sviluppare una riflessione sulle scelte politiche più comuni nel nostro paese, per poi concludere con l'indicazione di un’altra via percorribile, quella dello stop al consumo del territorio. Una strada che riporta le autorità locali – e soprattutto i singoli cittadini – al centro della politica del territorio, in termini di partecipazione e di reali possibilità di azione. [...]