È già troppo tardi?

Abstract

Per ben 38 volte dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo aspettato che fosse troppo tardi. Tardi per intervenire. In tempo solo per raccontare e tentare di riflettere. Spesso non si fa neppure quello: un suicidio in carcere (Ristretti Orizzonti, 2010) merita al massimo qualche riga sui giornali, articoli quasi identici che si ripetono e che ormai non stupiscono più, ammesso che abbiano mai stupito. Siamo di fronte ad un vero e proprio paradosso: mentre il numero dei cosiddetti “eventi critici” in ambito penitenziario (suicidi, morti per malattia o per cause “ignote”, atti di autolesionismo, maltrattamenti) cresce inesorabilmente, si ha la sensazione disarmante che l’indignazione ceda il passo all’abitudine e, dunque, all’indifferenza o alla rassegnazione. La questione dei suicidi è solo uno dei tanti temi, per quanto forse il più emblematico, da cui partire per analizzare la situazione delle carceri in Italia: un problema che, nonostante l’indubbia urgenza e complessità che lo caratterizza, non sembra mai degno di occupare seriamente i primi posti nell’agenda politica nazionale. Come possiamo affrontare il tema con la dovuta serietà? [...]

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