La cultura nelle periferie dell’impero

Abstract

Negli anni ‘10 del Novecento l’ingegner Frederick Winslow Taylor, il padre dell’organizzazione scientifica del lavoro, sosteneva che il lavoratore ideale doveva somigliare a Schmidt, l’operaio- ideale scelto tra altri 74 per trasportare la ghisa perché “tonto”, pieno di “spirito di sacrificio”, “non molto aperto di mente”, e così “sciocco e paziente da ricordare come forma mentis... la specie bovina”. Tanta “ottusità” risultava attraente per Taylor perché i lavoratori più “sciocchi obbediscono sempre” (Taylor 1954) anche quando non gli converrebbe. Schmidt aveva accettato, infatti, a fronte di un incremento del 60% del salario, di sobbarcarsi quasi il 400% di lavoro in più.
Taylor e la sua visione appartengono al passato? Ci dicono di no le recenti cronache che arrivano dalla Fiat sull’eliminazione delle pause durante il lavoro: alla catena di montaggio, nella maggiore fabbrica italiana, si lavora con il sistema Ergo-Uas combinato con il Wcm (World class manufacturing), per cui il lavoratore non può muovere neanche un passo dalla sua postazione, durante 18 turni, sabato compreso, svolgendo almeno 120 ore di straordinario l’anno.

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