Abstract
Perché studiare “scienze per la pace”? Qual è il valore aggiunto di un corso di laurea triennale che tratta, in forma interdisciplinare, tematiche legate al mondo della cooperazione internazionale? Quale può essere lo sbocco professionale di laureati che costruiscono nel loro percorso accademico un bagaglio culturale trasversale a diverse discipline e proprio di questa trasversalità ed eterogeneità vogliono fare il loro punto di forza?
In una forma o in un altra, queste domande più che lecite sono quelle che il sottoscritto si è sentito rivolgere ripetutamente durante il proprio percorso universitario, che si è concluso a settembre 2012 con il conseguimento del titolo accademico. Vorrei, qui di seguito, provare a dare una risposta a queste o simili domande, a partire dalla mia diretta e personale esperienza lavorativa, iniziata a novembre 2013 proprio nell’ambito della cooperazione internazionale.
La mia non vuole e non può essere una posizione generale, valida per tutte e tutti. È chiaro che numerosi elementi soggettivi e di casualità, legati ai differenti contesti in cui si è chiamati a vivere e ad operare rendono impossibile tracciare un percorso che sia uguale per tutti. Cercherò comunque di dare una qualche forma strutturata a quanto ho potuto riscontrare “sul campo”, quanto al valore e all’utilizzo pratico di quanto ho appreso durante il mio percorso di formazione universitaria in scienze per la pace. [...]