Abstract
Sono un figlio dei movimenti di decolonizzazione e di indipendenza. Ancora giovane in Guinea-Conakry mi sono imbattuto in una famosa frase di Frantz Fanon, contenuta ne I dannati della terra: “gli uomini (...) si rendono conto che ogni cultura è innanzitutto nazionale”. In altri termini, nel contesto delle lotte anti-coloniali, non ci sarebbe altra cultura che la cultura nazionale. La parola d’ordine è stata così stabilita, e ovunque, dall’Algeria al Congo, attraverso il Mali e il Ghana, abbiamo dovuto costruire la nostra modernità nelle lotte di liberazione che hanno fatto di noi, donne e uomini nuovi in nazioni sovrane, portatrici di culture viventi. Per Fanon e altri profeti delle indipendenze, perfino il panafricanismo ha dovuto passare attraverso gli Stati Nazione che avevano ottenuto la loro sovranità contro l’imperialismo occidentale.